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Patrono degli avvocati e dei giuristi

 

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nacque a Napoli nel 1696. Laureatosi in diritto civile ed ecclesiastico, si fece sacerdote e fondò la Congregazione del Santissimo Redentore – Redentoristi. Attese alla predicazione per promuovere tra il popolo la vita cristiana e scrisse libri specialmente di teologia morale, della quale è ritenuto maestro. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, rinunziò poco dopo alla carica e morì nel 1787 presso i suoi missionari a Nocera dei Pagani (Pagani) in Campania.

Nel 1715, a poco più di diciotto anni, Alfonso riveste la toga di avvocato e fa il suo ingresso nei tribunali: una professione che eserciterà durante otto anni. Gli amici di famiglia gli procurarono i primi clienti. Poi la sua reputazione di avvocato invincibile – non perdeva mai una causa – fece di lui uno dei difensori più ricercati di Napoli, Il suo primo biografo, che ha conosciuto i colleghi di Alfonso, riassume così l’avvocatura di Alfonso: “Tutto lo rendeva singolare: vastità di talento, chiarezza di mente e precisione nel dire; somma onestà e sommo orrore dei cavilli. Non intraprendeva causa se non giusta. Umanità con i clienti e disinteresse. E aveva un tal dominio dei cuori che ammaliava i giudici e rendeva muti gli avversari.”

 

Competenza professionale, ma soprattutto dirittura morale. Si era scritto sopra un foglio di carta una specie di “Dichiarazione dei doveri dell’avvocato”, che portava sempre con sé per poterla meditare comodamente. Eccola nella sua forma settecentesca:

 

Dichiarazione dei doveri dell’avvocato:

1. Non bisogna mai accettare cause ingiuste, perché sono perniciose per la coscienza e pel decoro.

2. Non si deve difendere una causa con mezzi illeciti e ingiusti.

3. Non si deve aggravare il cliente di spese indoverose (non necessarie) altrimenti resta all’avvocato l’obbligo di restituzione.

4. Le cause dei clienti si devono trattare con quell’impegno con cui si trattano le cause proprie.

5. E necessario lo studio dei processi per dedurne gli argomenti validi alla difesa della causa.

6. La dilazione e la trascuratezza degli avvocati spesso dannifica i clienti, e si devono rifare i danni, altrimenti si pecca contro la giustizia.

7. L’avvocato deve implorare da Dio l’aiuto nella difesa, perché Iddio è il primo protettore della giustizia.

8. Non è lodevole un avvocato che accetta molte cause superiori ai suoi talenti, alle sue forze e al suo tempo, che spesso gli mancherà per prepararsi alla difesa.

9. La giustizia e l’onestà non devono mai separarsi dagli avvocati cattolici, anzi si devono sempre custodire come la pupilla degli occhi.

10. Un avvocato che perde una causa per sua negligenza si carica dell’obbligazione di rifare tutti i danni al suo cliente.

11. Nel difendere le cause bisogna essere veridico, sincero, rispettoso e ragionato.

 

12. Finalmente i requisiti di un avvocato sono: la scienza, la diligenza, la verità, la fedeltà e la giustizia.

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